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Ravnos
ed Ennoia - by Angus
Solo
di recente sono venuto a sapere, grazie ad un mio amico Nosferatu
una leggenda tramandata dai Matusalemme Ravnos riguardo
all'origine del loro Clan e riguardo l'origine dei Gangrel.
Essendo io un discendente di Ennoia, non apprezzo molto questo
racconto ma, essendo uno studioso della tradizione cainita, ho il
dovere di riferirvelo e di prenderlo in considerazione. La storia
raccontata dai Ravnos sconvolge molte delle credenze e molte
tradizioni della nostra stirpe, comprese quelle riportate dal
Libro di Nod. Leggete attentamente quanto vi riporto, ma
prendetelo con beneficio di inventario: è pur sempre una storia
raccontata da dei Ravnos.... La leggenda narra dei tempi in cui
Caino regnava ancora sul mondo e di come Egli, durante un suo
viaggio, fu accolto da un gruppo di zingari Rom. Tra queste genti
c'era un giovane coraggioso, figlio del capo della tribù e
fratello di una giovane e sensibile ragazza, fortemente legata con
il regno delle Fate. La famiglia degli zingari era fortemente
imparentata con una tribù di Garou che decideva le sorti di tutto
il gruppo, essendo il padre del giovane Ravnos fratello umano del
Garou dominante. La storia ci tramanda poi di come Caino, accolto
dal gruppo di Rom, si affezionò particolarmente al giovane e
valoroso Ravnos, cercando di sopportare i continui diverbi e
scontri con la Tribù di Garou legati agli zingari.......(I fatti
si susseguono tra attacchi di Fratelli e Garou, tra litigi e
scontri che portarono alla morte di molti lupini e del padre di
Ravnos).Dopo la morte del padre, Ravnos dovette reggere sulle
spalle il peso delle nuove responsabilità: la sua famiglia e la
sua Tribù; Caino, impressionato dalla forza e dal coraggio del
ragazzo, decise di dargli il dono della vita eterna e lo
abbracciò, permettendogli così di proteggere per l'eternità la
sua stirpe umana. Ravnos, nella sua nuova forma, divenne potente e
saggio, imparando dalla sorella l'arte dell'illusione e
sviluppando la disciplina di Chimerismo. Non passò molto tempo
dalla partenza di Caino che Ravnos e la sua progenie (circa tre o
quattro Fratelli) incontrarono una giovane e bellissima donna di
nome Ennoia, dai lineamenti Rom, appena scacciata dalla città di
Enoch. Nonostante l'iniziale diffidenza della giovane donna,
questa si adottò a vivere nella nuova carovana Rom, diventando
amante mortale del saggio e generoso Ravnos. Sebbene la sorella
mortale di Ravnos e il resto della carovana fossero intenzionati
ad allontanarsi dalla corruzione della città di Enoch, Ravnos,
incantato dalla bella Ennoia, decise di stanziarsi fuori dalle
mura, rendendo sempre più numerosi i contatti tra gli zingari e
la popolazione. Non passò molto tempo che Ennoia stessa fu
abbracciata da Ravnos, diventando progenie di questo e di lui
eterno amante. Ma la gente di Enoch era sempre più legata alla
presenza dei Rom e i Fratelli a capo della città, venendo a
sapere che c'era un figlio di Caino a capo della carovana,
decisero di uccidere Ravnos: tutti i tentativi però fallirono.La
leggenda tramanda poi di come l'animo di Ennoia, ribelle e
traditore, cedette alla sete di potere e decise di addentrarsi
nella città per parlare con i Fratelli che la avevano scacciata.
Passarono alcuni giorni senza che Ennoia facesse ritorno al campo
Rom. Ella aveva pattuito con gli alti figli di Caino che avrebbe
allontanato gli zingari dalla città e che avrebbe consegnato loro
Ravnos in cambio del potere sulla tribù dei Rom e in cambio della
sua riammissione con tutti gli onori tra i regnanti vampirici
della città. Astuto era il piano della giovane cainita ed ella,
approfittando dell'amore di Ravnos nei sui confronti, convinse il
potente Sire che la città di Enoch era piena di Oro nascosto in
delle fortezze segrete, sorvegliate in maniera insufficiente.
Ravnos, attratto dall'idea di poter aiutare la propria gente con
quell'oro, decise di entrare nella città, cadendo nella trappola
di Ennoia e degli altri Cainiti. Prima della partenza Laetshi,
sorella di Ravnos, chiese al fratello di non seguire quel folle
piano...mancava poco all'alba e non sarebbe stato sicuro per lui
dormire nella città governata dai suoi nemici. Ravnos però
promise alla sorella che sarebbe tornato prima dell'alba con tutto
l'oro sufficiente per dare una buona vita alla sua gente e si
avviò insieme a Ennoia. I sospetti di Laetshi erano
fondati...all'alba né Ravnos né Ennoia si ripresentarono al
campo. La zingara, preoccupata per la sorte del Fratello,
utilizzò i suoi potenti poteri mentali ed ebbe la visione di
Ravnos....questi giaceva all'aperto, esposto ai mortali raggi
solari presso le scalinate di un tempio. Laesthi, per quanto
avesse corso, non sarebbe mai arrivata in tempo a salvare l'amato
fratello e così si rassegnò, rimanendo a vedere la scena del
sole che consumava mortalmente il figlio di Caino. Fortissimo fu
il dolore della donna Rom e fortissima fu l'ira di questa quando
scoprì, sempre attraverso i suoi poteri, che Ennoia riposava
invece sicura in un rifugio con i cainiti di Enoch, pronta, al
proprio risveglio, a venire tra gli zingari e a rivendicare il
proprio posto di potere, come sostituta di Ravnos. A lungo pianse
Laesthi per la sorte sventurata del fratello e a lungo meditò la
strategia migliore per vendicarsi del tradimento della malvagia
Ennoia. La rabbia però si impadronì di lei: gettò tutto quello
che Ennoia possedeva in un rogo, maledicendone il nome e
raccontando a tutti quello che era successo. La traditrice, sicura
che la storia da lei inventata riguardo all'accaduto avrebbe
convinto i Rom, si recò presso il campo il giorno dopo la morte
di Ravnos. Durante la strada però Ennoia fu catturata dalle altre
progenie di Ravnos e fu condotta davanti al tribunale degli
zingari per essere giudicata e punita. Il processo si protrasse
per alcune notti: la traditrice, pressata dalle accuse puntuali di
Laesthi, cedette e si riconobbe colpevole. La furia dei Rom crebbe
fino a scoppiare e presto l'ordine fu impossibile da mantenere.
Quando la situazione sembrava ormai compromessa si avvicinò
dall'oscurità una figura dall'enorme ascendente che placò con la
sua sola presenza tutta la furia e la follia del gruppo. Caino
stesso, evidentemente irato, uscì dall'ombra e si avvicinò al
fuoco. Il signore di tutti gli immortali chiese scusa per essersi
intromesso nel processo dei Rom e poi pronunciò questa
frase:"Sono desolato per l'intrusione ma voglio giudicare
personalmente questa corrotta creatura che ha distrutto il più
amato tra i miei figli". Queste parole scaldarono l'animo dei
Rom: mai era successo che un non-rom si fosse permesso di mettere
bocca in un loro tribunale. Ma Pujinka stesso, capo dei Garou Rom
e zio di Ravnos, prese parola e sostenne la legittimità
dell'intervento di Caino: le parole del lupino convinsero la
tribù e Caino, avvicinandosi ad una recalcitrante Ennoia
pronunciò la sua sentenza. I più vecchi Ravnos sono pronti a
giurare che le parole di Caino furono queste:"Tu sei una
bestia e come una bestia diventerai. Ti siano tolti il rispetto e
l'amore della mia gente che non ti hanno fermato dal commettere il
tuo orribile crimine. Vagherai per sempre da sola e non conoscerai
mai più il piacere della compagnia. Ogni volta che cadrai in
Frenesia e la Bestia si risveglierà in te vedrai il suo risveglio
direttamente sul tuo viso, finché non sarai più in grado neanche
di riconoscere la tua immagine riflessa. Non potrai mai più
utilizzare il dono dei Ravnos ma saprai solamente trasformarti
nella bestia che sei: dormirai nella terra e dimenticherai il
tepore del rifugio. Non sei più un Ravnos da ora in poi. Vattene
ora e rifletti sul nulla che da adesso rappresenti!"Quando
Caino terminò di pronunciare la sua sentenza tutti i Rom rimasero
in silenzio, sbalorditi dalla terribile punizione inflitta dal
progenitore di tutti i Fratelli. Caino scomparve nuovamente ed
Ennoia, con il viso bagnato da lacrime di sangue, più simile ad
un animale che ad un uomo, scappò nell'oscurità. Così termina
la storia del più amato dei figli di Caino e inizia la quella di
colei che sarà la fondatrice del Clan chiamato Gangrel.
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